Raccolta pornografica  

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The name Raccolta pornografica is the name used in the 19th century for the catalogue raisonné of the Pompeian erotica collection. The catalog was drawn up by Giuseppe Fiorelli and Alexandre Dumas?. It was published in 1866.

This cabinet was originally known as the Gabinetto degli oggetti osceni ('Cabinet of Obscene Objects'). In 1823, the name was changed to Gabinetto degli oggetti riservati ('Cabinet of Restricted Objects).

La raccolta pornografica venne costituita nell' anno 1819, a richiesta di Francesco i. duca di Calabria, il quale nel visitare il Museo osservò, che sarebbe stata cosa ben fatta di chiudere tutti gli oggetti osceni, di qualunque materia essi fossero, in una stanza, alla quale avessero unicamente ingresso le persone di matura età e di conosciuta morale. Essa fu composta di 102 oggetti, ed ebbe nome ài gahinetto degli oggetti osceni, che il 28 agosto 1823 mutò in quello di gabinetto degli oggetti riservati, con l' assoluta inibizione di mostrarsi a chicchessia, senza averne prima ottenuto permesso dal re. Durò in tal guisa più o meno visibile sino al 1849, quando la ipocrita religiosità degli agenti del governo, provocò ordini severi, onde fossero chiuse e ribadite le porte di quella raccolta^ e tolte dalla vista dei curiosi tutte le Veneri ed altre figure ignudo, dipinte o scolpite, qualunque ne fosse l' autore.
E questo sacro furore andò tant' oltre, che nel 1852, dopo essersi trasportati in un antro tutti i monumenti che già avevano formata quella collezione, ne fu murata la porta, onde, si distruggesse qualunque estemo indizio della funesta esistenza di quel gabinetto, e se ne disperdesse per quanto era possibile la m£moria. Nel marzo 1856 si espulsero dalla Pinacoteca, e furono rinchiuse con triplice e diversa chiave in luogo umido ed oscuro, come appendice a questo gabinetto, la Danae del Tiziano, la Venere che piange Adone di Paolo Veronese, il cartone di Michelangelo con Venere ed Amore, le Virtii di Annibale Caracci, ed altri 29 dipinti, insieme a 22 statue di marmo, giudicate corrompitrici della morale, tra le quali la Néreide sul pistrice, che sarebbe stata distrut- ta, se lo scultore Antonio Cali non si fosse ricusato piii volte ad occultare, con restauri di marmo, le nudità della figura.
Riapertasi la collezione nel 1860, e riconosciuto che non tutti erano veramente osceni gli oggetti che vi si contenevano, e che molti di essi avrebbero potuto ritornare alle rispettive collezioni, senza offendere per nulla il pudore dei riguardanti, fu la intiera raccolta classificata nel 1866 nel modo seguente: i. Monumenti greci ed etruschi, ii. Monumenti romani, a.) Dipinture e mosaici, b.) Sculture, e.) Amuleti a. Veretri eretti, p. Falli pantici. -y. Mani impudiche.

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