Enrico Prampolini
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- | {{Template}} | + | {{Template}}'''Enrico Prampolini''' ([[Modena]], [[20 aprile]] [[1894]] - [[Roma]], [[17 giugno]] [[1956]]) fu pittore, scultore e scenografo italiano. |
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+ | Allievo di [[Duilio Cambellotti]] all'Accademia delle belle arti di Roma, fu un esponente di primo piano del [[Futurismo]] ed ebbe stretti contatti con i rappresentanti delle avanguardie artistiche europee, col [[dadaismo]] con la [[Section d'Or]], il [[Bauhaus]], il [[De Stijl]], il gruppo [[Abstraction et Création]], con [[Pablo Picasso]], [[Piet Mondrian]], [[Vasilij Kandinskij]] e [[Jean Cocteau]], operando teoricamente e praticamente anche nel settore dell'architettura. | ||
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+ | Prampolini occupa un posto a sé nel panorama europeo dell'arte astratta, caratterizzandosi per il suo profondo interesse per il dinamismo e l'organicismo, che si manifesta negli anni '30 e '40 in visioni cosmiche ed oniriche. | ||
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+ | Dopo l'esperienza futurista, realizza anche opere polimateriche e, sempre alla ricerca del ''divenire della materia'', dipinge opere bioplastiche, in cui appare talora influenzato da visioni del microcosmo. | ||
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+ | Suo intento fu, come disse lui stesso, esprimere ''le estreme latitudini del mondo introspettivo''. | ||
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Allievo di Duilio Cambellotti all'Accademia delle belle arti di Roma, fu un esponente di primo piano del Futurismo ed ebbe stretti contatti con i rappresentanti delle avanguardie artistiche europee, col dadaismo con la Section d'Or, il Bauhaus, il De Stijl, il gruppo Abstraction et Création, con Pablo Picasso, Piet Mondrian, Vasilij Kandinskij e Jean Cocteau, operando teoricamente e praticamente anche nel settore dell'architettura.
Prampolini occupa un posto a sé nel panorama europeo dell'arte astratta, caratterizzandosi per il suo profondo interesse per il dinamismo e l'organicismo, che si manifesta negli anni '30 e '40 in visioni cosmiche ed oniriche.
Dopo l'esperienza futurista, realizza anche opere polimateriche e, sempre alla ricerca del divenire della materia, dipinge opere bioplastiche, in cui appare talora influenzato da visioni del microcosmo.
Suo intento fu, come disse lui stesso, esprimere le estreme latitudini del mondo introspettivo.
La sua produzione più tipica è da ricercare nei bozzetti per scenografie: fu anche titolare della cattedra di Scenografia all'Accademia di Brera.
Tra le sue innumerevoli interessanti opere particolarmente suggestiva è Maternità cosmica, conservata alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma.
Fondò con Bino Samminiatelli la rivista Noi.